Dalla terra dei Vichinghi: La musica nuova dei Sigur Ros


(Massimo Marino – 6 novembre 2008 )

La minuscola Islanda, isola-stato di 300.000 abitanti fra la Groenlandia e la Gran Bretagna, cosparsa di ghiacciai e vulcani attivi, terra di vichinghi mille anni fa, è stata negli ultimi 10 anni uno dei più ricchi laboratori di band musicali quasi sconosciute in Italia. A parte Bjork ( All is full of love), abbastanza nota anche da noi, sono emersi i Mum (Green grass of tunnel, Marmalade fires), Emiliana Torrini (tutti conoscono la sua Gollum’s song tema del Signore degli Anelli-Le due torri, ma è meno noto che la canta una italo-islandese), le Amina (un quartetto di giovanissime musiciste che usano il computer e decine di strumenti inventati per la loro musica sperimentale minimalista).

Ma il vero fenomeno musicale, ormai uno dei più significativi degli ultimi 10 anni è quello dei Sigur Ros. Classificati come una band del filone Post-Rock, i Sigur Ros sono un fenomeno artistico non solo musicale, nuovo e originale in cui la musica (piena di atmosfere rarefatte che si associano bene agli scenari naturali dell’isola ) sommata alle immagini ed alla storia che viene mostrata nei video costruisce splendidi ritratti musicali che non hanno quasi bisogno di parole. Il paesaggio dell’isola con le sue aurore boreali, i ghiacciai, i fiumi di montagna, i vulcani e l’oceano Atlantico, sono al centro della scena e trovano una qualche forma di propria espressione sonora nella musica che privilegia strumenti singolari: la chitarra suonata con la bacchetta di un violino, uno xilofono costruito con pietre laviche raccolte sull’isola, e la stessa voce di Jonsi, il chitarrista che canta anche con un proprio linguaggio musicale di suoni “naturali”  inventati (hopelanic) quasi fosse uno strumento in più.


Per i Sigur Ross, che si rifiutano di cantare in inglese per quanto ormai famosi negli USA in Giappone ed in gran parte dell’Europa, l’ambiente naturale della loro isola, per il quale sembrano nutrire grande attenzione, resta sempre al centro. Tornati dai loro grandi successi in giro per il mondo la band ha organizzato nel 2007, nelle principali località dell’isola una serie di concerti, vere e proprie feste popolari, quasi sempre all’aperto, in riva al mare, sulle pendici dei vulcani o ai bordi dei ghiacciai, in trattorie, fabbriche dismesse, fattorie agricole abbandonate. Eventi che hanno visto una straordinaria partecipazione degli isolani (bambini, adulti, anziani in massa) anche in condizioni climatiche impervie. Da questa esperienza è nato Heima, un film di circa un’ora (da seguire nella versione con i sottotitoli in italiano) , che alterna pezzi dei concerti ad interviste e soprattutto a squarci dell’incredibile paesaggio islandese; film che ha ricevuto il premio come migliore lungometraggio musicale al mondo degli ultimi anni.


Nel film sono raccolti fra gli altri i tre gioielli dei Sigur Ross: Glosoli, Hoppipolla, Svef-g-englar. Il video del primo mostra un gruppo di bambini che attraversa le terre vulcaniche dell’isola guidato da un tamburino alla ricerca dell’isola della felicità che raggiungono librandosi nell’aria. Nel secondo due bande di anziani vestiti da pirati giocano, si scontrano, suonano i campanelli delle case e scappano, fanno dispetti a ragazzi giovani e distratti, nel mentre si addentrano in un cimitero; nel terzo ragazzi e fanciulle affetti dalla sindrome di down danzano e si baciano affettuosamente vestiti con angeliche tuniche bianche. Il senso della musica, dei suoni e delle immagini crea grande commozione ed emana rispetto verso l’ambiente, l’adolescenza, la vecchiaia, la malattia.


Nei loro tour musicali la band non solo ha aggregato il singolare quartetto delle Amina, ma anche Stendor Andersen barbuto e gigantesco poeta islandese che canta, nella vecchia lingua dell’isola, riti e storie runiche tratte dall’epopea vichinga, accompagnate dal delicato sottofondo musicale dei Sigur Ross (Odin’s Raven Magic).

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