Demain è un bellissimo docufilm ideato da
un gruppo di giovani cineasti francesi e diretto da Cyril Dion e Mélanie
Laurent, attrice e regista, già disponibile in dvd (Domani, 108 minuti). L’intento degli autori è ribaltare l’idea che non sia più
possibile invertire la deriva del collasso ecologico globale in atto.
La pedagogia della
catastrofe non funziona. Al
contrario, le persone impaurite diventano facili prede delle false speranze
prospettate dalle tecnoscienze, dalla green economy, dall’industria 4.0
e via dicendo. Siamo giunti all’assurdo per cui, in nome della difesa della
natura, si procede con una progressiva artificializzazione della vita. Siamo
pronti ad accettare ogni mostruosità (bistecche sintetiche, ingegnerizzazione
del clima, esodi su Marte) pur di non mettere in discussione il nostro “stile
di vita”. Il Domani diverso che il film ci mostra sotto la guida di personalità
note come Robert Hokins, Vandana Shiva, Jeremy
Rifkin, Pierre Rabhj, David Van Reybrouck e altri intellettuali di
diverse discipline, è quello di un modello socioeconomico migliore,
desiderabile, finanche fantastico, oltre che possibile. Ce lo dicono una
infinità di belle esperienze raccolte in varie parti del mondo e raggruppate
attorno a cinque assi: agricoltura, energia,
economia, democrazia e istruzione.
Iniziative intraprese da “gente comune” che non è mossa da particolari
intenti messianici se non quello di fare qualche cosa di utile, innanzitutto,
per se stessi. Come a Detroit, la città fantasma dell’auto, dove sono sorte
1.600 fattorie urbane. O a Todmoren
dove due donne hanno avuto l’idea di piantare
commestibili in ogni spazio verde che chiunque può cogliere
liberamente: Incredible Edible oggi coinvolge decine di volontari e la
piantagione urbana coinvolge settanta aree. In Normandia, invece, una impresa
modello di permacultura sta
dimostrando che i metodi agroecologici garantiscono una produttività (e una
redditività) superiore fino a quattro volte rispetto a quelli convenzionali.
Già oggi i piccoli coltivatori garantiscono i tre quarti del cibo del pianeta,
mentre l’agricoltura industriale è sempre più orientata alla filiera della
carne (mangimi) e ai biocombustibili. Sul versante dell’energia le cose già si
sanno. Copenaghen sarà totalmente fornita da energie
rinnovabili entro il 2025. Ma non
potrà mai avvenire la fuoriuscita dai combustibili fossili se non entreranno in
funzione anche i “negawatt”: quantità di energia risparmiate grazie al
contenimento dei consumi: mangiare bio e poca (niente) carne, acquistare in
negozi locali, riciclare, riparare, condividere… A San Francisco
l’amministrazione ha adottato la strategia Rifiuti
zero. Altrove si lavora sulla mobilità
dolce. A Lille un’industria ha adottato da vent’anni il criterio
dell’economia circolare. Ma bisogna cambiare anche banca. La Wir in Svizzera
gestisce un sistema di scambi non monetari
tra 60.000 aziende. Le monete complementari
locali sono più di quattromila. Molti i casi di nuove forme di
democrazia deliberativa e di rappresentanza popolare non (solo) attraverso
elezioni.
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da comune-info.net , 3 febbraio 2017 - vedi anche: qui
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