“Songs of Experience”, il nuovo album degli U2



Dopo l’uscita del nuovo singolo “Get Out Of Your Own Way” con la presentazione  di Kendrick Lamar, gli U2 hanno reso pubblico il titolo del loro nuovo album “Songs of Experience“, uscito in questi giorni. Il nuovo album segue “Song of Innocence” del 2014, entrambi ispirati alla raccolta di poesie “Songs of Innocence and of Experience” del poeta inglese William Blake. Seguirà il nuovo tour negli Stati Uniti nel maggio 2018. 

Il fotografo Anton Corbijn ha prodotto la  copertina dell’album in cui sono presenti  Eli Hewson e Sian Evans, i figli rispettivamente di Paul David Hewson ( Bono) e David Howell Evans ( The Edge). A settembre era già  uscito il singolo  You’re The Best Thing About Me “. Nella  cover del singolo c’era già l’immagine di Sian Evans, la figlia di The Edge. 


L’album del 2014 voleva esprimere le esperienze e le influenze vissute dalla band irlandese dalla fine degli anni ’70 ai primi anni ’80; Il nuovo album invece rappresenta un elenco di testi in forma di messaggi personali indirizzati a persone e luoghi  a cui Bono, The Edge, Larry Mullen Jr. e Adam Clayton sono intimamente legati.

La tracklist di Songs Of Experience contiene: 1. Love Is All We Have Left / 2. Lights of Home / 3. You're The Best Thing About Me / 4. Get Out of Your Own Way / 5. American Soul / 6. Summer of Love / 7. Red Flag Day / 8. The Showman (Little More Better) / 9. The Little Things That Give You Away / 10. Landlady / 11. The Blackout / 12. Love Is Bigger Than Anything in Its Way / 13. 13 (There is a Light).

Nella edizione deluxe sono aggiunte 4 tracce addizionali: 14 Ordinary Love (Extraordinary Mix) / 15 Book Of Your Heart / 16 Lights of Home (St Peter's String Version) / 17 You're The Best Thing About Me (U2 vs Kygo)

Il 6 dicembre Bono Vox e The Edge hanno improvvisato una breve esibizione nella stazione metropolitana di Berlino nella linea U2  cantando la nuova Get Out Of Your Own Way e la storica Sunday bloody Sunday

(  mm - 10 dicembre 2017 )


La Norvegia che (forse) non ti aspetti



di  La Vivi

La Norvegia è un paese bellissimo, che ti sorprende per la meraviglia dei suoi paesaggi. È per questo che è diventata una meta turistica molto apprezzata, anche da me. Ma non è per questo che ne parlo, oggi. La Norvegia sorprende anche per tante altre piccole cose, che la rendono ancora più straordinaria. Piccole cose che la caratterizzano come un paese dove è piacevole stare, magari anche vivere, piccole cose che purtroppo da noi sembrano ancora fantascienza.

Non ho mai dovuto prelevare contanti, nemmeno una volta. Anche nel pagare la notte nella casetta di legno sperduta in montagna o nello spendere meno di due euro per una bottiglietta d’acqua o per un biglietto dell’autobus. Ho sempre potuto pagare con carta o bancomat. Ti chiedono poi se vuoi la ricevuta, che non serve se hai tutto registrato sui movimenti del tuo conto in banca (ma è servita per tenere traccia delle spese di viaggio e farle quadrare tra i compagni di viaggio). Pensiamoci, in fondo è carta in meno che si spreca, no? Persino il ragazzo che ci ha affittato l’appartamento a Bergen, aveva una specie di calcolatrice che era il terminale POS e mi ha spedito la ricevuta via email. Non vedendolo con tutta l’attrezzatura a cui siamo abituati per pagare con carta, gli abbiamo chiesto se voleva i contanti. La risposta: “Ma no, se mi date i contanti poi mi tocca portarli in banca e depositarli”. Che scocciatura, vero?

Parliamo dei caselli autostradali. Me ne sono accorta solo dopo due giorni di dove e come fossero. Non si vedono. Non ci sono. Niente barriere e file di macchine che sgasano in attesa di porgere il contante a un operatore. I pedaggi si pagano in modo molto più veloce. Devi registrare la tua macchina prima di arrivare nel paese, e collegare la targa a una carta di credito (o debito). I cosiddetti “caselli” sono in realtà delle piccole videocamere che registrano la tua targa al passaggio, e l’addebito è fatto in automatico tramite carta.
Procedura simile l’ho vista in un parcheggio a pagamento a Lillehammer, di quelli multipiano. Dopo un po’ di studio del sistema, abbiamo capito che non serviva un biglietto che registrava l’orario di ingresso, da porgere poi in cassa all'uscita. No, bastava la videocamera all'ingresso che registrava la tua targa, e all'uscita nelle macchine per il pagamento automatico, bastava digitare il numero di targa, e poi ovviamente pagare con carta.

In quello stesso parcheggio ho poi visto una cosa che mi è sembrata fantascientifica, venendo dall’Italia. Posti riservati per il parcheggio di auto, scooter e bici elettriche, con tanto di presa per la ricarica. Non vi nascondo una certa commozione.
Avete mai ricaricato il cellulare su un bus urbano? Io sì, sulle vetture più moderne di Oslo ci sono delle prese USB proprio per questa operazione. Non ci potevo credere. Quando si gira tutto il giorno, fa decisamente molto piacere trovare qualche minuto di tregua per la batteria.
E dire che queste cose le trovi in mezzo a un paese che, a prima vista, non appare nemmeno poi così moderno. Non fai che incontrare tante piccole città che sembrano quasi dei campeggi, con queste casette di legno tutte ordinate e colorate, sparse in mezzo a un continuo di prati e boschi, raggiungibili da strade tortuose, gallerie e traghetti vecchio stile che accorciano le distanze tra i fiordi. A volte le città non le vedi nemmeno, visto che le case hanno spesso i tetti verdi, coperti da erba e piante, e bene si mimetizzano nel paesaggio.
Bellezza, natura, serenità, comodità. Ecco il mio riassunto della mia breve esperienza in Norvegia.

 * da greenme.it , 6 ottobre 2017