di Francesca Abbado *
Raccontare la toponomastica in Germania significa
anche confrontarsi con il suo passato.
La
toponomastica non è un affare da poco. I nomi delle strade e dei luoghi comuni
hanno un valore storico e simbolico, informano i cittadini del passato e
delineano l’immaginario collettivo presente e futuro. Il confronto della
Germania con il suo passato è una delle caratteristiche che rende la storia di
questo Paese un libro non ancora finito, e ne è d’esempio le notizie che
riguardano la ridenominazione di strade e piazze che ricordano personaggi da un
passato controverso.
L’eredità coloniale
Mentre la
società tedesca del dopoguerra si è dimostrata quasi sempre auto-critica nei
confronti degli errori del nazismo, quando si parla del ruolo della Germania
durante il periodo di espansione coloniale sembra che ci sia una maggiore
riluttanza nel farsi carico delle colpe del paese nei paesi Africani.
A Berlino continua il dibattito sull’eredità coloniale del paese, come per
la fermata della metro Mohrenstraße. The Local cita altre
strade come la Wissmannstraße, che deriva dall’esploratore Hermann von
Wissmann, divenuto poi inviato ‘speciale’ dal Re Leopoldo II di Belgio in
quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo vista la sua abilità nel
piegare interi villaggi al volere Europeo, bruciandoli. Altri nomi ricordati
per le vie di Berlino include anche quello di Adolf Lüderitz, da
cui la Lüderitzstraße nel quartiere Africano di Berlino prende il nome.
Mercante e personaggio politico durante gli anni spesi nella colonia
dell’Africa Tedesca del Sud-Ovest, corrispondente oggi allo stato della
Namibia, sfruttò e prese il controllo delle risorse e terre dei locali.
Tutt’oggi in Namibia esiste la cittadina di Lüderitz, soprannominata anche la
“Monaco del Deserto”. Lo stesso quartiere Africano di Berlino, l’Afrikanische
Viertel, ha un passato controverso: il fondatore Carl Hagenbeck, il famoso
commerciante di animali ‘esotici’ di Amburgo che coniò l’esposizione di animali
rari accanto ad essere umani, sognava di rendere il quartiere un’area
espositiva di animali e “esseri umani” inconsetui all’occhio tedesco.
L’assurda
storia della Petersallee
In questa
macabra lista di coloni spietati appare anche la Petersallee, a Berlin-Wedding,
inizialmente intitolata al comandante di una provincia della colonia dell’
Africa Orientale Tedesca, Carl Peters, inizialmente considerato un eroe e
ora ricordato come “Milkono wa Damu“, l’uomo con le mani macchiate di
sangue. Nel 1986 a Berlino fu deciso di mantenere il nome di Petersallee.
Cambiò il nome di battesimo del Peters. Non più Carl, Peters, ma Hans Peter, avvocato, politico e membro della
resistenza contro il regime nazista.
Il ruolo
della Berlin Postkolonial
Sono anni
che l’associazione tedesca Berlin Postkolonial cerca
di mobilitare l’attenzione pubblica verso i nomi di queste strade e l’eredità
storica che si portano dietro. La proposta è di cambiare il nome delle strade
in onore di personaggi che vengono da diversi paesi Africani. Eppure a dire di
tanti residenti il discorso ha poca rilevanza per loro e, anzi, cambiare il
nome delle strade comporterebbe una serie di intoppi burocratici che richiedono
tempo ed energie. Come riportato in delle interviste fatte dalla Deutsche Welle, quando si è
parlato di rinominare la Petersallee la risposta di un commerciante è stata
“Non ero neanche nato quando Peters era in Africa. Non abbiamo problemi
maggiori dei nomi delle strade?” e ancora “Questi nomi appartengono alla nostra
comunità, al nostro quartiere, alla nostra cultura”, a dire del portavoce dei
residenti dell’ Afrikanische Viertel che si sono opposti nel 2011 con una
petizione che ha raccolto 1500 firme per evitare che la strada cambiasse nome.
La proposta è stata però rigettata dal consiglio comunale, e ora è in corso un
processo di consultazione con i cittadini che sono stati chiamati a considerare
in particolare figure femminile che hanno combattuto e denunciato
l’imperialismo tedesco e si sono battute per i diritti umani dei
colonizzati. Come riportato dal Handelsblatt ora esiste una
lista di 196 nomi che includono figure come la cantante Sud Africana Miriam
Makeba, e altre figure come l’attivista politica keniota Wangari Maathai.
Parità di genere, una lotta combattuta anche per
strada
La scelta di
voler dedicare i nomi di strade e piazze a personaggi femminili è una decisione
che mira al raggiungimento di una vera parità di genere tra uomini e donne. E’
un dato di fatto che la stragrande maggioranza di strade e vie sia in Italia
che in Germania sia totalmente sbilanciata verso gli uomini. Il New York Times riporta
che nel quartiere Berlinese di Kreuzberg è stato deciso che strade e piazze
dovranno essere dedicate a donne, fino a quando non sarà raggiunta totale
parità con gli uomini. Infatti delle 375 strade di Kreuzberg solamente 12 sono
state intitolate a figure femminili. Quando ne 2013 dovettero scegliere a chi
intitolare la piazza di fronte al Museo Ebraico di Berlino i funzionari del
museo proposero il filosofo Moses Mendelssohn, figura chiave dell’Illuminismo
ebraico. Visto il verdetto vigente a Kreuzberg, la proposta fu rigettata e
allora decisero di nominare la piazza anche a Fromet Guggenheim, moglie di
Moses. La piazza oggi si chiama Fromet-und-Moses Mendelssohn Platz.
Un’assemblea comunale per controllare la toponomastica
A Friburgo,
cittadina della Germania sud-occidentale, il discorso dei toponimi è una
questione ancor più seria. In un articolo de Gli Stati Generali si parla
di una commissione di esperti all’interno dell’amministrazione comunale ha
analizzato i nomi tutte le strade e piazze della cittadina tedesca per
controllare che non fossero stati intitolati a personaggi che: avessero sostenuto
attivamente il nazionalsocialismo, avessero esposto teorie o azioni razziste,
antisemite, militaristiche e/o di odio nei confronti delle donne. Un lavoro
durato più di cinque anni e che il 28 di novembre di quest’anno è culminato con
il cambiamento delle seguenti strade: la Rennerstraße, dedicata all’illustre
cittadino Friburghese del 1610 che aiutava le famiglie povere della città e
intanto mandava al rogo le donne considerate ‘streghe’, diventerà la
Borgmannstraße, dedicata a Grete Borgmann, paladina dei diritti delle donne
nonchè fondatrice dell’associazione volta a proteggerne i diritti Frauering. La
Eckerstraße intitolata a Johann Alexander Ecker, esponente del socialdawinismo
diventerà la Ernst-Zermelo-Straße, matematico antifascista di Friburgo. E così
ancora per altre 10 strade che cambieranno il nome, 15 che manterranno il nome
ma che avranno una placchetta aggiuntiva che raccontano il passato dei
personaggi a cui ne è intitolata la strada.
* da berlinocacioepepemagazine.com – 3 gennaio
2018
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